Cigar Club Castelli Romani - Nostrano del Brenta

L'Antico Nostrano del Brenta
tratto dalla Rivista Sigari!

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29 Novembre 2015

Le origini del tabacco nostrano del brenta si perdono nella storia, oscillando costantemente tra mito e realtà. Le leggende narrano che fu un monaco benedettino a portare nella Val del Brenta i semi del tabacco che aveva nascosto nell'incavo del suo bastone prima di tornare a casa dalle Americhe appena conquistate. E' invece storicamente assodato che il tabacco, in Italia, comparve per primo proprio a Campese e nella valle del Brenta, verso la fine del '500 proprio per opera dei monaci che ivi avevano un monastero, e che nell'arco di pochi anni divenne l'unica coltura praticata in valle. Da allora, questa particolare coltivazione è continuata in interrottamente tra aneddoti ed alterne fortune fino ad oggi per rivivere, con oltre 450 anni di storia, nell'Antico Sigaro Nostrano del Brenta 1763. Il tabacco utilizzato è sempre il Nostrano coltivato in Veneto tra le province di Vicenza, Padova e Treviso da circa 80 aziende agricole che tutt'oggi costituiscono la base sociale della Cooperativa Montegrappa. Tutte le fasi della lavorazione, sia del tabacco che del sigaro, avvengono all'interno degli stabilimenti del consorzio che cura con la massima attenzione ogni fase della filiera. Cura ed allestimento del tabacco avvengono presso le aziende conferenti secondo procedimenti in tutto e per tutto identici a quelli di 400 anni fa, semplicemente appendono le foglie del tabacco su stese ad asciugare e seccare all'aria. Successivamente una volta consegnato al consorzio, il tabacco viene avviato alla fermentazione mediante diversi passaggi per essere poi lavorato con modalità differenti a seconda del grado di utilizzo.
La fermentazione, è un momento essenziale in quanto le foglie iniziano a perdere impurità, catrame, caratteri e gusto tipico del Nostrano del Brenta. Il tabacco così classificato e fermentato, viene stivato in appositi locali ove verrà lasciato a riposare in tranquillità per anni prima di essere impiegato nella lavorazione dei sigari. Il ripieno dei sigari Nostrano del Brenta, infatti, è un brand composto da tabacchi raccolti e conferiti in diverse annualità che, ulteriormente, è stato invecchiato almeno un anno.
Tutti gli Antico Sigari Nostrano del Brenta vengono realizzati completamente a mano dalle sigaraie della manifattura di Campese in Bassano del Grappa secondo un processo tramandato di generazione in generazione. La prima fase della lavorazione è la preparazione della cosiddetta "pupa", ossia, l'arrotulatura della sottofascia sul ripieno, seguita a distanza di qualche giorno dalla fascia, la foglia esterna che completa la vestizione del sigaro.
Gli strumenti impiegati per queste attività delle sigaraie sono tutti manuali, necessitanti di grande esperienza e sensibilità. Fondamentale per l'ottima costruzione del sigaro, infatti, oltre alla qualità dei tabacchi impiegati è la capacità della sigaraia di arrotolare la giusta quantità di tabacco per evitare che tiraggi eccessivi o eccessivamente serrati.
La "manciata", la giusta quantità di ripieno racchiusa nella sottofascia è determinata oggi come 400 anni fa dalla sensibilità della sigaraia che costruisce il sigaro. Una volta arrotolata, la pupa viene lasciata riposare in piccoli telai di legno ove asciugherà rendendo possibile la fase successiva di arrotolatura della fascia.
A differenza dei sigari caraibici, la tradizione manifatturiera italiana non prevede l'uso di presse e formelle per conferire al sigaro la forma perfettamente cilindrica. Al contrario, la pupa riposa senza costrizione di spazio o forma, influenzandone la successiva fase di arrotolamento della fascia e, soprattutto, la forma che avrà il sigaro finito. In questa terza fase vengono utilizzate fasce precedentemente selezionate e sagomate.
Esaurita questa fase il sigaro è finito ma deve ancora maturare portandosi ad un grado di umidità normale.
Terminata questa attività il sigaro finito, ma deve ancora maturare portandosi ad un grado di umidità adatto per la fumata. Per questo motivo, dopo la spuntatura, il sigaro viene collocato in telai traforati che, opportunamente individuati con numero di lotto, data di produzione e tipologia di piano utilizzato, saranno riposti in speciali celle di asciugatura e maturazione.
Durante le fasi della lavorazione manifatturiera vengono effettuati numerosi controlli di qualità. I tecnici verificano peso lunghezza, spessore, consistenza, confezione, integrità della fascia e serraggio del ripieno.
Su queste basi, negli anni si è arricchita la produzione, ed accanto al "Doge", si è affiancato il "Casanova", il "Ducale" e la "Riserva Ducale", quest'ultima costituita da sigari invecchiati oltre 5 anni.